03/12/2021
Digitalizzazione, innovazione e servicing nel mondo della credit industry

Il 24 novembre a Milano, presso il Crowne Plaza Hotel di San Donato Milanes si è tenuta la 14° edizione del Credit Village Day nel quale vi è stata l’occasione di dare uno sguardo al futuro della credit industry sia dal punto di vista operativo sia da quello organizzativo.

L’evento che riunisce tutto il settore della credit industry da oltre dieci anni, ha messo posto il proprio focus sul valore delle capacità femminili che, in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, potrebbero contribuire ad impostare una nuova normalità, apportando maggiore efficienza, produttività e innovazione in tanto settori (così come dimostrano le statistiche di molti settori produttivi).

La giornata è stata moderata dalla giornalista del Sole24Ore Monica D’Ascenzo ed articolata in tre tavole rotonde focalizzate su specifici temi caldi per il settore, cercando di far luce su vantaggi e criticità legate ai principali cambiamenti imposti dalla pandemia.

La prima sessione è stata dedicata alla “Smaterializzazione del posto di lavoro” ed ha analizzato i nuovi modelli organizzativi del lavoro, a cominciare dallo smart working, riflettendo su come il lavoro agile abbia già influito sulla gestione logistica degli edifici, sulla riorganizzazione degli spazi e sui diversi comparti dell’indotto. Gli spazi cambieranno e di conseguenza cambierà il valore degli immobili che è da sempre soggetto ai trend del momento. I grandi centri direzionali stanno perdendo la loro centralità, mentre sul residenziale si registra un boom di richieste di immobili grandi, con spazi esterni e in location più periferiche che erano state un po’ messe da parte dal mercato. Alcuni processi erano impostati in modalità remoto già da tempo e questo ha permesso, soprattutto nel nostro Paese, dove ogni azienda è caratterizzata da pluriaffidamenti, una più ampia partecipazione alle riunioni. Di positivo c’è anche il fatto che il lavoro agile contribuirà ad aumentare l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, permettendo una migliore conciliazione con la vita familiare.

Tale tematica si lega a quanto affrontato nella seconda sessione, ovvero l’innovazione tecnologica nella credit industry. Sarà sempre più centrale per tutte le aziende, dalle più piccole alle più grandi, aumentare la digitalizzazione dei processi e investire sulle nuove tecnologie che devono essere percepite come un accompagnamento all’attività umana per innalzare il livello di performance. Da un lato ci sono diverse attività, come i marketplace e le piattaforme di scambio di dati, che hanno beneficiato di soluzioni di intelligenza artificiale e robotica, ma dall’altro lato ci sono stati alcuni esperimenti meno riusciti, che hanno mostrato i limiti dell’applicazione tecnologica a favore dell’intervento umano.

Infine, l’ultima tavola rotonda si è concentrata sul mercato del servicing che, negli ultimi anni, ha vissuto un processo evolutivo importante che ne ha ridisegnato completamente gli assetti. In particolare si è fatto riferimento al fatto che oggi abbiamo da una parte un numero limitato di grandi player che detengono una quota molto significativa dei volumi di crediti in gestione e si contraddistingono per un’elevata standardizzazione e industrializzazione dei processi, e dall’altra un esercito di servicer di dimensioni più ridotte, che a loro volta possiedono caratteristiche e skills molto specifiche, hanno una profonda conoscenza del territorio e garantiscono ottime performance. Un panorama complesso e in continua evoluzione in cui ogni operatore dovrà mettere in campo specifiche strategie per poter affrontare le sfide future e non deludere aspettative di affidabilità, performance e sostenibilità che diventeranno sempre più centrali nella gestione dei crediti.

L’attenzione è stata puntata verso le committenti che dovrebbero guardare molto di più a parametri oggettivi più che a quelli meramente quantitativi, che non sono più sufficienti a rappresentare la realtà. Infatti non giova a nessuno acuire la contrapposizione piccolo/grande per non rischiare di lasciare fuori dal mercato i soggetti piccoli che sono efficienti e puntano a crescere, anche perché questi servicer in tanti casi rientrano dalla finestra attraverso affidamenti in subappalto. Infine, c’è un tema di cybersecurity per cui, alla luce dei cyber attacchi più recenti, si è dimostrato che grande non è di per sé garanzia di sicurezza informatica.

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                                                                                                                                                                                       Hamilton SpA